Comunità Energetiche Rinnovabili: l'importanza del PNRR e della collaborazioni tra pubblico privato

Ilaria Bresciani
Comunità Energetiche Rinnovabili: l'importanza del PNRR e della collaborazioni tra pubblico privato


Le Comunità Energetiche Rinnovabili stanno emergendo come una risposta innovativa per promuovere l'adozione di fonti energetiche sostenibili e affrontare le sfide della transizione energetica. Con l'obiettivo di installare impianti di produzione di energia rinnovabile e condividere l'energia tra i partecipanti, queste comunità offrono servizi di gestione, efficienza energetica, mobilità sostenibile ed educazione ambientale.

Con la pubblicazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) del decreto CER sul proprio sito il 23 gennaio (entrato in vigore il 24 gennaio) è finalmente pronta la disciplina che si propone di stimolare la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e dell’autoconsumo diffuso in Italia anche grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Il PNRR prevede infatti un importante sostegno finanziario per le Comunità Energetiche Rinnovabili, con 2,2 miliardi di euro destinati ai Comuni con meno di 5.000 abitanti. L'obiettivo è ambizioso: raggiungere entro giugno 2026 la creazione di 15.000 Comunità Energetiche, con almeno 2.000 MW di capacità rinnovabile installata e una produzione di 2.500 GWh.

E bene riprendere alcune delle alcune delle FAQ rispetto a quanto previsti da Decreto tenendo conto anche dalle indicazioni pubblicate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Vediamole assieme:

Chi può partecipare a una Comunità Energetica?

Possono farne parte enti territoriali, amministrazioni comunali, persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), commercianti, artigiani, a patto che abbiano un contratto di fornitura di energia (POD) collegato alla stessa cabina di trasformazione primaria. La dimensione minima è di 2 membri, di cui almeno uno deve possedere un impianto di produzione da fonti rinnovabili. Attualmente sono escluse le grandi aziende con un fatturato annuo superiore ai 50 milioni o con più di 250 dipendenti, le quali possono invece configurarsi come produttori terzi.

Quali sono i beneficiari dei fondi del PNRR?

Il soggetto beneficiario del contributo PNRR è chi sostiene l’investimento per la realizzazione dell’impianto di produzione a fonte rinnovabile di potenza fino a 1 MW, inserito in CER, ubicato in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.

Quali sono contributi e incentivi sono previsti?

Il testo individua due strumenti agevolare lo sviluppo delle CER:

  • un contributo fino al 40% dei costi ammissibili per gli impianti delle comunità sotto i 5.000 abitanti, supportando lo sviluppo di due gigawatt. I finanziamenti variano: 1.500 euro/kW per impianti fino a 20 kW, 1.200 euro/kW per quelli da 20 kW a 200 kW, 1.100 euro/kW da 200 kW a 600 kW, e 1.050 euro/kW da 600 kW a 1.000 kW.
  • una tariffa incentivante sull'energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale per 20 anni dall'entrata in funzione di ogni impianto FER. Questa tariffa varia da 60 a 120 euro/MWh in base alla taglia dell'impianto e al valore di mercato dell'energia. Per gli impianti fotovoltaici, è previsto un ulteriore bonus fino a 10 euro/MWh in base alla localizzazione geografica.

I due benefici sono tra loro cumulabili.

Quali impianti a fonti energetiche rinnovabili che possono far parte di una Comunità Energetiche Rinnovabili?

Possono far parte di una CER tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, non solo quelli fotovoltaici. Questo include impianti idroelettrici, eolici, a biogas, a biomasse solide, e altri ancora.

 Quali criteri devono rispettare gli impianti per poter partecipare alle Comunità Energetiche Rinnovabili?

Gli impianti di produzione per le CER devono avere una potenza massima di 1 MW e possono essere nuovi o già esistenti, purché in esercizio dopo il 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del D.lgs. 199/2021) e comunque successivamente alla regolare costituzione della CER. Infine Non devono già beneficiare di altri incentivi per la produzione di energia elettrica.

In conclusione le Comunità Energetiche Rinnovabili costituiscono un'opportunità importante per accelerare il passaggio a un futuro energetico sostenibile. Con il giusto sostegno normativo e finanziario, insieme a partnership robuste tra settore pubblico e privato, possiamo massimizzare il potenziale delle energie rinnovabili e costruire un mondo più ecologico e resistente.

È essenziale sottolineare il ruolo fondamentale delle collaborazioni tra enti pubblici e privati nel contesto delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Le utility, in particolare, svolgono un ruolo essenziale per favorire la nascita di nuove Comunità Energetiche, contribuendo a promuovere e sviluppare progetti energetici sostenibili, pur non facendone parte. Ad esempio le ESCo (Energy Service Company), con il loro supporto completo, tecnico e finanziario, semplificano l'implementazione e la gestione degli impianti energetici basati su fonti rinnovabili. Grazie a queste collaborazioni e al partenariato pubblico e privato (PPP), cosi come previsto dal Codice degli Appalti, è possibile massimizzare i vantaggi di produrre e consumare energia e accelerare la transizione verso un futuro energetico più sostenibile.

Se sei interessato a esplorare le possibilità offerte dalle Comunità Energetiche Rinnovabili e desideri assistenza in ogni fase del tuo progetto, contattaci. Siamo qui per aiutarti a realizzare il tuo obiettivo di un futuro energetico più sostenibile.


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