Il decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), in vigore dal 24 gennaio e emanato dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), mira a promuovere e sviluppare queste comunità in Italia. Le regole operative per gli incentivi saranno definite entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore, con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) pronto ad aprire i portali per le richieste entro 45 giorni dall'approvazione.
A livello generale il decreto prevede due approcci per incentivare le CER: un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rivolto alle comunità nei comuni con meno di cinquemila abitanti, e una tariffa incentivante sull'energia rinnovabile prodotta e condivisa a livello nazionale. Questi due benefici sono cumulabili.
Vediamo ora nel dettaglio le principali novità riguardanti le agevolazioni
Tariffe incentivanti per la condivisione di energia: requisiti di accesso
Le tariffe incentivanti per la condivisione di energia riguardano impianti di nuova costruzione o interventi di potenziamento con potenza nominale massima non superiore a 1 MW, inseriti in Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) o in configurazioni di autoconsumo. La richiesta di accesso a tali incentivi deve essere presentata entro 120 giorni dall'entrata in esercizio degli impianti attraverso il sito del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
I beneficiari di questi incentivi sono le configurazioni di autoconsumo per la condivisione di energia rinnovabile o CACER. Gli impianti a fonti rinnovabili, inclusi i potenziamenti, sono ammissibili rispettando requisiti specifici.
La tariffa incentivante, attribuita come premio, garantisce un diritto di 20 anni e viene calcolata in base all'allegato 1 del Decreto. Il periodo di diritto alla tariffa incentivante decorre dalla data di entrata in esercizio commerciale dell'impianto. Per i potenziamenti, gli incentivi si applicano solo alla nuova sezione dell'impianto riconducibile all'intervento di potenziamento, nel limite di un megawatt.
Le richieste di accesso devono essere presentate entro 120 giorni dall'entrata in esercizio degli impianti, tramite il portale del GSE, con la possibilità di revoca della tariffa in caso di decadenza dei requisiti. Esistono tre fasce di incentivi:
- Per gli impianti fino a 600 kilowatt, la tariffa comprende un fisso di 60 euro per megawattora più una parte variabile che non può superare i 100 euro per MWh.
- Per gli impianti tra 200 kW e 600 kW, il fisso è di 70 euro più un premio che non può superare i 110 euro per MW.
- Per gli impianti sotto o pari ai 200 kilowatt, il fisso è di 80 euro più una tariffa premio non superiore ai 120 euro per megawattora.
Inoltre, è previsto un fattore di correzione per la tariffa premio, variabile in base all'area geografica: 4 euro per megawattora in più per le Regioni del Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo) e 10 euro per MWh in più per quelle del Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto). Tuttavia, in casi in cui è prevista l'erogazione di un contributo in conto capitale, la tariffa spettante subirà una decurtazione.
Contributo a fondo perduto per le CER
Oltre alle tariffe incentivanti, le comunità energetiche rinnovabili e i sistemi di autoconsumo collettivo possono beneficiare di un contributo in conto capitale fino al 40%. Questo è rivolto a quelli situati nei Comuni con meno di 5.000 abitanti. I fondi del PNRR, pari a 2,2 miliardi di euro, supportano la realizzazione o l'ampliamento di impianti, consentendo l'installazione di circa 5 GW di potenza rinnovabile aggiuntiva in 5 anni.
I beneficiari, quali le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e i sistemi di autoconsumo collettivo, possono accedere a questo contributo presentando domanda sul sito del GSE. Lo sportello aprirà entro 45 giorni dalla pubblicazione delle regole operative, e la scadenza per le richieste è il 31 marzo 2025, salvo esaurimento delle risorse disponibili. Il GSE gestisce l'erogazione, richiedendo la presentazione di bonifici bancari entro il 30 giugno 2026, comprovanti le spese sostenute dopo l'avvio dei lavori.
Spese ammesse al contributo
Per sostenere la transizione verso un sistema energetico sostenibile, sono previste agevolazioni per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e sistemi di accumulo. Vediamo nel dettaglio le spese ammissibili e le risorse messe a disposizione dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per supportare tali iniziative.
1. Realizzazione di impianti a fonti rinnovabili:
- Componenti
- Inverter
- Strutture per il montaggio
- Componentistica elettrica
- Fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo
2. Acquisto e installazione di macchinari, impianti e attrezzature hardware e software, comprese le spese per la loro installazione e messa in esercizio
3. Opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento
4. Connessione alla rete elettrica nazionale
5. Studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari, incluse le spese necessarie alla costituzione delle configurazioni
6. Progettazioni, indagini geologiche e geotecniche il cui onere è a carico del progettista per la definizione progettuale dell’opera
7. Direzioni lavori e sicurezza
8. Collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, di consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) fornirà documenti, guide informative, e un simulatore per la valutazione energetica ed economica delle iniziative sul proprio sito. Inoltre, gli utenti possono consultare la mappa interattiva delle cabine primarie su territorio nazionale sul sito del GSE.
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