I Distretti del cibo - istituiti sul finire del 2017 con la L. 205/2017 - rappresentano un nuovo modello di sviluppo per l'agroalimentare italiano offrendo, a livello nazionale, ulteriori opportunità e risorse a supporto della crescita e del rilancio delle filiere e dei territori.
Si tratta di uno strumento strategico volto a favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l'inclusione sociale, incentivando l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale. I Distretti del cibo hanno come obiettivo anche: la sicurezza alimentare, la diminuzione dell'impatto ambientale delle produzioni, la riduzione dello spreco alimentare e la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.
Il modello dei Distretti ha tra i suoi intenti principali il ridare slancio alle esperienze dei distretti rurali già presenti sul territorio nazionale e incentivare la nascita di nuove realtà attraverso la possibilità di accedere a finanziamenti dedicati.
Come previsto dalla normativa, infatti, è possibile ottenere il riconoscimento di Distretti del cibo per i distretti rurali e agroalimentari di qualità, i distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree, i distretti caratterizzati dall'integrazione fra attività agricole e attività di prossimità, i distretti biologici.
Il riconoscimento dei Distretti del Cibo avviene attraverso le Regioni e le Province autonome di appartenenza che provvedono a comunicare al Mipaaf i Distretti per procedere con il loro inserimento all’interno del Registro Nazionale dei Distretti del Cibo.
Da segnalare che negli ultimi anni il numero dei Distretti è cresciuto in modo consistente arrivando nel 2023 ad oltre 188.
Costituzione di un Distretto del cibo
Le Regioni hanno approfondito ulteriormente gli aspetti legati alla costituzione dei Distretto del cibo; ad ogni modo, a livello generale, tra gli elementi prioritari da tenere presenti si hanno i soggetti che possono dare vita a un distretto e la documentazione base.
I soggetti che possono dare vita a un distretto del cibo sono numerosi e tra questi si hanno, ad esempio: le imprese agricole ed agroindustriali, i consorzi di tutela delle produzioni agroalimentari certificate, le organizzazioni professionali agricole, i soggetti privati operanti in settori diversi che perseguano gli obiettivi del Distretto, gli enti pubblici locali, le Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, le Fondazioni, le Agenzie Turistiche Locali (ATL), gli Enti di Ricerca, le Università, le Enoteche regionali, le Botteghe del vino, le Cantine comunali e le Strade tematiche dei prodotti agroalimentari del Piemonte che perseguano gli obiettivi del Distretto, le Comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, le Associazioni di rappresentanza della distribuzione e della somministrazione alimentare, le Associazioni dei consumatori e i Gruppi d’Acquisto, ecc.
Poi, a livello operativo, per presentare un’istanza per il riconoscimento come distretto del cibo, occorre redigere:
- l’Accordo di Distretto,
- il Regolamento di funzionamento dell’Assemblea di Distretto,
- il Piano di Distretto.
I vantaggi della costituzione di un Distretto del cibo
La costituzione di un Distretto del cibo consente di:
• accrescere la capacità di progettazione e pianificazione di interventi su un’area territoriale specifica a vantaggio dei soggetti che ne fanno parte;
• migliorare l’utilizzo delle risorse (umane, finanziarie e organizzative) e favorire economie di scala in modo da raggiungere obiettivi più ampi;
• incentivare sinergie tra settori diversi (agricoltura, turismo, cultura, commercio, ambiente, ecc.);
• definire e sviluppare iniziative di promozione più efficaci;
• realizzare progetti di valorizzazione e integrazione tra soggetti e ambiti differenti;
• favorire l’innovazione e la ricerca, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo locale;
• dare vita ad accordi di settore o allo sviluppo e valorizzazione di marchi;
• accedere a contributi e finanziamenti dedicati ai distretti del cibo.
Infine, si ricorda che i Distretti del cibo rappresentano un’importante opportunità per accedere sia a finanziamenti nazionali sia a fondi UE. Ad esempio, infatti, anche se non se ne parla in modo dedicato, nel Piano strategico della Pac 2023-2027 i distretti del cibo vengono inseriti tra i possibili beneficiari dei sostegni comunitari perché giudicati modelli di governance virtuosi e inclusivi, capaci di avviare processi innovativi di sviluppo.
Restiamo quindi a disposizione per un maggior approfondimento su questa tematica e se interessati a dare avvio a un nuovo Distretto del cibo nel vostro territorio.