TIAD e decreto MASE: quale le novità e l'impatto sulle Comunità Energetiche

Ilaria Bresciani
TIAD e decreto MASE: quale le novità e l'impatto sulle Comunità Energetiche

Il futuro sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, cosi come previsto dalla Delibera ARERA n. 727/2022/R/eel. prevede un importante passo verso la diffusione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e la riduzione della spesa energetica dei clienti finali. 

Tra le novità principali, previste dal Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD) è l’estensione del perimetro territoriale dei soggetti potenzialmente associabili, all’area geografica afferente alla stessa cabina primaria (in precedenza nella disciplina “transitoria” era la cabina secondaria) e che i POD per rientrare in una Comunità Energetica siano posizionati in una stessa area così detta “convenzionale”, ovvero allacciata alla stessa cabina primaria (articolo 10 della delibera) 

La recente pubblicazione da parte del GSE della mappa interattiva delle cabine primarie favorirà, infatti, lo sviluppo e la diffusione delle CER, le quali consentiranno a cittadini, imprese e PA di partecipare attivamente alla decarbonizzazione dei consumi, attraverso la condivisione dell’energia: chiunque sia interessato potrà avere accesso in autonomia alle informazioni utili, tra cui il codice univoco dell’area, il distributore di riferimento, i confini comunali e la lista dei Comuni che insistono nella stessa area convenzionale.

Vediamo insieme le principali novità:

TIAD 

Il "TIAD" (Testo Integrato Autoconsumo Diffuso) rappresenta un importante strumento normativo volto a promuovere l'autoconsumo diffuso di energia elettrica. Questo documento normativo si concentra sull'idea di generare energia elettrica da fonti rinnovabili, come l'energia solare e eolica, per l'autoconsumo, riducendo così la dipendenza dalla tradizionale rete elettrica.

Il TIAD fornisce un quadro normativo completo che copre tutte le forme di autoconsumo diffuso, comprese le configurazioni in cui singoli individui operano autonomamente, i gruppi di consumatori che collaborano all'interno di edifici, condomini, comunità energetiche e singoli utenti connessi alla rete pubblica. Questo testo normativo introduce anche innovazioni rispetto alle normative temporanee, fornendo definizioni chiare per le varie configurazioni di autoconsumo diffuso e differenziando tra due aree geografiche per identificare l'energia condivisa e quella destinata all'autoconsumo.

In sintesi, il TIAD rappresenta un passo cruciale verso la diffusione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e la riduzione dei costi energetici per i consumatori finali. Questo approccio normativo promuove una maggiore sostenibilità e l'adozione di pratiche energetiche più ecocompatibili.

 Configurazioni del TIAD per l'Autoconsumo Diffuso:

 1. Sistemi di Autoconsumo Individuale da Fonti Rinnovabili "a Distanza" con Linea Diretta: Coinvolgono produttori e clienti che richiedono l'accesso alle regolamentazioni previste per le forme di autoconsumo che utilizzano la rete pubblica.

2. Sistemi di Autoconsumo Individuale da Fonti Rinnovabili "a Distanza" Privi di Linea Diretta: Questi sistemi di autoconsumo coinvolgono produttori e clienti senza una connessione diretta.

3. Sistemi di Autoconsumo Individuale da Clienti Attivi "a Distanza" Privi di Linea Diretta: Queste configurazioni coinvolgono clienti attivi che operano senza una connessione diretta.

4. Gruppi di Autoconsumatori da Fonti Rinnovabili che Agiscono Collettivamente: Questi sono gruppi di consumatori che si uniscono per sfruttare fonti rinnovabili in modo collettivo.

5. Gruppi di Clienti Attivi che Agiscono Collettivamente: Questi gruppi di clienti attivi collaborano per sfruttare le fonti rinnovabili in modo collettivo.

6. Comunità Energetiche Rinnovabili: Queste sono comunità dedicate all'energia rinnovabile.

7. Comunità Energetiche di Cittadini: Queste comunità coinvolgono cittadini e sono focalizzate sull'energia.

Il TIAD fornisce un quadro regolamentare completo che promuove l'autoconsumo diffuso, consentendo a una vasta gamma di attori e comunità di partecipare attivamente alla transizione verso fonti energetiche più sostenibili.

 Cabina Primaria:

Una delle importanti innovazioni introdotte dal TIAD è la definizione chiara delle varie configurazioni di autoconsumo diffuso e la distinzione di due aree geografiche: la zona di mercato, che rileva per individuare l'energia elettrica condivisa, e l'area sottesa alla medesima cabina primaria, che rileva per individuare l'energia elettrica autoconsumata.

L'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha approvato il TIAD con la delibera 727/2022/R/eel a dicembre 2022, disciplinando le modalità di valorizzazione dell'autoconsumo diffuso per le configurazioni previste dai decreti legislativi 199/21 e 210/21, inclusi gli aspetti riguardanti le comunità energetiche.

Conformemente alle normative, per accedere al servizio di autoconsumo diffuso, i punti di connessione alla rete elettrica all'interno di una configurazione, come nel caso di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER), devono essere situati nella porzione della rete di distribuzione sottesa alla stessa cabina primaria, come specificato nell'articolo 10 del TIAD.

In questo caso le imprese distributrici di energia elettrica con cabine primarie sono responsabili di individuare soluzioni per identificare l'area sottesa a ciascuna cabina primaria e renderla pubblica e facilmente accessibile. Un esempio è la mappa sviluppata da E-distribuzione, che copre gran parte del territorio italiano, permettendo ai soggetti interessati di inserire un indirizzo e visualizzare il codice dell'area corrispondente, facilitando la costituzione di Comunità Energetiche all’interno delle aree coperte dalla stessa cabina primaria. 

Questo approccio è importante poiché consente a comunità di vario genere, inclusi enti religiosi, associazioni, istituzioni scolastiche e altre realtà, di formare Comunità Energetiche all'interno delle zone servite dalla stessa cabina primaria. Questo favorisce la partecipazione attiva alla transizione verso un modello energetico più sostenibile.

Decreto MASE

Il TIAD, insieme al decreto di incentivazione in uscita a breve da parte del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Decreto MASE), contribuirà a delineare in modo completo le regole che affronteranno le sfide della transizione energetica, promuovendo la diffusione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Poiché tali impianti operano in contesti di autoconsumo, ciò contribuirà a ridurre i costi energetici per i clienti finali.

Ma cosa prevede il decreto MASE?

Il Decreto attua le disposizioni del DLgs 199 in materia di incentivi e fondi PNRR ed incentivi sotto forma di tariffa.

Queste misure offrono un incentivo significativo per le comunità e gli individui che desiderano partecipare attivamente alla produzione e al consumo di energia da fonti rinnovabili, svolgendo un ruolo fondamentale nella transizione verso un futuro energetico più sostenibile.

Vediamole nel dettaglio:

Incentivi sotto forma di tariffa

 Gli impianti di potenza massima di 1 MW (con deroga per il Ministero della Difesa e le Autorità Portuali) che entrano in funzione dopo la data di entrata in vigore del D.Lgs. 199/21 (15/12/2021) sono idonei per beneficiare di questi incentivi. Gli impianti devono essere ubicati nel perimetro della stessa cabina primaria e le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) già costituite alla data di presentazione della domanda di incentivo possono partecipare

L'incentivo è sotto forma di tariffa premio per 20 anni sulla quota di energia condivisa. L'incentivo sarà assegnato fino al raggiungimento di un contingente di potenza di 5 GW, o comunque non oltre il 31 dicembre 2027. 

La remunerazione dell'energia prodotta e immessa in rete rimane di proprietà del produttore, con la possibilità di cederla al Gestore dei Servizi Energetici (GSE). La tariffa incentivante ha un valore variabile in funzione della potenza dell'impianto, con un massimo di 100-120 €/MWh, più eventuali maggiorazioni (4-10 €/MWh).

In fine gli incentivi sono cumulabili con i contributi in conto capitale, con una soglia massima del 40%. Non si applicano all'energia elettrica condivisa sottesa alla quota di potenza degli impianti fotovoltaici che accedono al Superbonus. Nei casi in cui è previsto un contributo in conto capitale, la tariffa è ridotta.

 Contributo a fondo perduto

Le Comunità Energetiche Rinnovabili e i gruppi di autoconsumo collettivo localizzati in Comuni con meno di 5.000 abitanti possono usufruire di un contributo del 40% per coprire le spese relative agli impianti a fonti rinnovabili, compresi i potenziamenti, all'interno delle configurazioni. Affinché i progetti siano ammissibili, gli impianti devono entrare in funzione entro 18 mesi dalla data di presentazione della richiesta, con un termine ultimo stabilito al 30 giugno 2026.

Questi contributi in conto capitale, finanziati dal PNRR per un totale di 2,2 miliardi di euro, mirano a raggiungere una capacità complessiva di 2 GW e una produzione stimata di 2.500 GW/anno entro il 2026. L'erogazione di questi contributi sarà gestita dal GSE e coprirà fino al 90% del contributo massimo assegnato. Questo importo sarà distribuito in più tranche, in base all'avanzamento dei lavori, in funzione delle spese effettivamente sostenute e documentate. Inizialmente, verrà rilasciato un anticipo corrispondente al 30% delle spese sostenute, con il saldo del 10% del contributo totale che sarà erogato al completamento dei progetti.

È importante notare che le spese sostenute devono essere posteriori all'avvio effettivo dei lavori; altrimenti, non saranno ritenute ammissibili. I dettagli sulle spese ammissibili possono essere consultati nell'Allegato 2 al Decreto Ministeriale. Inoltre, il costo di investimento massimo di riferimento per l'erogazione dei contributi varia in base alla potenza degli impianti:

1.500 €/kWp per impianti con una potenza fino a 20 kWp.

1.200 €/kWp per impianti con una potenza superiore a 20 kWp e fino a 200 kWp.

1.100 €/kWp per impianti con una potenza superiore a 200 kWp e fino a 1.000 kWp.

1.050 €/kWp per impianti con una potenza superiore a 600 kWp e fino a 1.000 kWp.

Conclusione

Le novità introdotte dalla citata Delibera di ARERA comporta, unitamente al Decreto MASE, una serie di novità. Se da un lato in capo alle imprese distributrici di energia, che detengono la gestione delle cabine primarie lungo tutto il territorio italiano, è data una grande responsabilità ai fini della corretta informazione dei cittadini e della efficiente gestione dei processi tecnici-amministrativi sottesi alla nascita di una CER, dall’altro si aprono nuovi scenari a livello territoriale rispetto alla portata delle singole CER. 

Se si vanno a guardare le aree sottese alle cabine primarie che ricadono nel territorio nei comuni ad esempio della Comunità Montana della Valle Trompia, si arriva a contarne una buona parte, con i perimetri che travalicano i confini stessi delle singole amministrazioni comunali. Ciò significa che praticamente è possibile costituire una sola comunità energetica a livello di comprensorio e che pure in presenza di un territorio alquanto ampio e sovracomunale si potrebbe realizzare una CER che veda coinvolti ed uniti cittadini, imprese, parrocchie, associazioni, scuole paritarie, istituti socio-assistenziali, ecc. localizzati non nelle immediate vicinanze.

Questa situazione metterà sempre più in ingaggio le utility che potranno non solo contribuire alla nascita di nuove CER sia in termini di set-up ma soprattutto per favorirne lo startup, fornendo soluzioni dal punto di vista realizzativo e gestionali che siano effettivamente in grado di garantire la produzione, lo scambio e il consumo di energia rinnovabile anche per quanto riguarda una corretta e trasparente gestione degli incentivi erogati dal GSE. 

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