Con il concetto di "programmazione negoziata" si fa riferimento al processo attraverso il quale pubblica amministrazione, i soggetti privati e altre parti interessate, si relazionano, collaborando e negoziando la definizione di programmi o di progetti di sviluppo urbano o territoriale.
Si tratta di un approccio spesso utilizzato nella pianificazione territoriale, con l’intendo di raggiungere un consenso tra le diverse parti coinvolte e per affrontare le complesse sfide legate allo sviluppo di una determinata area.
I processi di programmazione negoziata si connotano per elementi caratteristici quali:
- il coinvolgimento attivo di diverse parti interessate, pubbliche e private, comunità locali, organizzazioni non governative e altre parti coinvolte, nell’identificare obiettivi, problemi e soluzioni. Un coinvolgimento teso a rafforzare il percorso di programmazione e a consolidare il consenso rispetto alle scelte attuative dello stesso, riducendo gli aspetti di conflittualità a favore di modelli di confronto e di co-progettazione che portino all’individuazione di soluzioni negoziali adeguate;
- la flessibilità del percorso, che porta alla definizione di programmi d’azione in linea con le esigenze del contesto di riferimento;
- la trasparenza del processo decisionale, grazie a percorsi decisionali aperti, spesso documentati e resi accessibili ai diversi stakeholders.
Quello della programmazione negoziata è dunque un approccio spesso utilizzato in contesti complessi in cui è necessario raggiungere soluzioni condivise, consentendo un migliore sviluppo e gestione delle aree urbane o territoriali.
Tra gli strumenti di programmazione negoziata si possono citare gli Accordi di Sviluppo, ovvero contratti o accordi negoziali tra le autorità pubbliche e i sviluppatori privati, mirati a definire gli obblighi e i contributi di ciascuna parte per garantire che il progetto sia conforme agli obiettivi di programmazione, crescita e sviluppo sostenibile del territorio in questione.
L'Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) rientra in questa casistica: è uno strumento di pianificazione territoriale che coinvolge solitamente diverse parti interessate, come enti pubblici, organizzazioni private, comunità locali e altri attori, al fine di definire obiettivi comuni, strategie di sviluppo e linee guida per un determinato contesto territoriale.
L'obiettivo principale di un AQST è quello di coordinare gli sforzi e le risorse di diverse entità al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, economico, sociale e ambientale equilibrato del territorio. L’AQST può esprimere una strategia, volta ad affrontare diverse tematiche quali ad esempio:
- lo sviluppo economico di un’area, la creazione di posti di lavoro e il sostegno alle attività imprenditoriali nella zona;
- le scelte in materia di pianificazione territoriale, per il recupero di aree degradate, la realizzazione di infrastrutture, reti idriche ed energetiche, interventi di tutela ambientale;
Le specifiche di un AQST possono variare notevolmente da un territorio all'altro e dipendono dalle esigenze e dalle priorità della regione coinvolta. In genere, l'elaborazione e l'attuazione di un AQST richiedono un processo di consultazione e collaborazione tra le parti interessate al fine di raggiungere un consenso su come il territorio dovrebbe essere sviluppato e gestito nel tempo.
Per agevolare il percorso di definizione dell’AQST vengono generalmente attivati tavoli di concertazione, percorsi di facilitazione e di partecipazione, momenti di confronto pubblico. L’uso di questi strumenti può variare in base alla legislazione locale, alle prassi regionali e alle specifiche esigenze di ciascun progetto o area di sviluppo.