In questi mesi gli amministratori locali si trovano di fronte ad una serie di opportunità di ampio respiro, messe a disposizione dai nuovi strumenti di programmazione comunitaria, che possono sostenere, nel medio e lungo periodo, la realizzazione di investimenti per il rilancio dei territori.
Oggi vi parliamo delle sinergie attivabili tra due strumenti strategici messi a disposizione a livello nazionale: i GAL e le Comunità Energetiche.
I GAL
A livello di programmazione rurale, nell’ambito degli strumenti legati alla PAC e al Fondo FEASR, è possibile dare vita a Gruppi di Azione Locale, partenariati misti pubblico/privato che nascono spontaneamente per lo sviluppo di specifiche aree territoriali.
Per il periodo di programmazione 2021/2027 è prevista la costituzione di nuovi GAL, che possono essere una prosecuzione dei GAL attualmente esistenti (nati quindi dalla precedente programmazione 2014/2020) oppure la proposta portata avanti da nuovi territori.
A breve Regione Lombardia pubblicherà un bando per la selezione dei GAL, che dovranno avere specifiche caratteristiche di omogeneità territoriale e vedere una popolazione complessiva di massimo 200.000 abitanti.
Il loro scopo è quello di gestire risorse comunitarie per la realizzazione di infrastrutture (sociali, culturali, legate alla mobilità e ai trasporti, legate alla digitalizzazione), l’attivazione e gestione di servizi essenziali per la popolazione e il tessuto imprenditoriale e lo sviluppo di un’economia in grado di integrare le diverse componenti presenti a livello locale, anche in chiave turistica. Green, sostenibilità e benessere sono le parole chiave per strategie di sviluppo efficaci.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili
Le Comunità Energetiche vedono la presenza di partenariati misti pubblico/privato, tra cui anche cittadini, e hanno come obiettivo la produzione di energia da fonti rinnovabili per portare i territori verso l’indipendenza energetica.
Sinergie tra GAL e Comunità energetiche
Le sinergie tra i due strumenti sono facilmente intuibili: in entrambi i casi attori diversi, perseguono un obiettivo comune per lo sviluppo di un’economia green e in grado di rendere competitivi i territori.
I GAL fin dalla loro prima attivazione (inizio anni novanta) hanno perseguito obiettivi di sviluppo territoriali attenti alle energie rinnovabili e allo sviluppo economico in chiave sostenibile. Ne consegue che i due strumenti, nelle aree eligibili a GAL, debbano trovare importanti sinergie.
Ricordiamo inoltre la recente approvazione (14 settembre 22) della proposta di Direttiva legata alle energie rinnovabili, che porta dal 32% al 45% la percentuale di energia consumata di origine rinnovabile, al 2030. Obiettivo sostenuto anche all’interno del pacchetto “RepowerEU” che persegue obiettivi di risparmio energetico, diversificazione dei fornitori di combustibili fossili e investimenti nelle rinnovabili per accelerare la transizione energetica.
Fatte queste premesse, risulta quindi strategico per i territori che in questo periodo sono impiegati nella costituzione dei nuovi GAL, fare delle riflessioni su questa tematica, per poterla integrare rispetto ad altri concetti ritenuti chiave per lo sviluppo delle aree rurali, ovvero: bio-economia, economia circolare, sviluppo delle filiere, sistemi produttivi locali integrati.
Per approfondimenti sulle CER rimandiamo agli altri articoli del BLOG, mentre a breve daremo informazioni sui contenuti del nuovo bando di Regione Lombardia dedicato alla identificazione dei GAL che nei prossimi anni potranno attuare strategie innovative di sviluppo dei propri territori, a vantaggio delle popolazioni e del tessuto economico e sociale locale.