I negozi di quartiere e le botteghe storiche racchiudono un enorme valore sia in termini di presidio sociale, relazionale e di erogazione di servizi sia in termini di tenuta della qualità e della sicurezza urbana.
Eppure negli ultimi 10 anni - come anche messo in luce dall’indagine "Città e demografia d'impresa: come è cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi dieci anni” condotta dall’Ufficio Studi Confcommercio - soprattutto nei centri storici, sono diminuite le attività tradizionali (carburanti, libri e giocattoli, mobili e ferramenta e abbigliamento) ed è cresciuta l’offerta di servizi e tecnologie (farmacie e computer e telefonia), oltre alle attività di alloggio e ristorazione.
Negli ultimi 10 anni, quindi, sono diminuiti i negozi di prossimità con la conseguente diffusione, sia nelle grandi città sia nei piccoli centri, di processi di desertificazione commerciale che stanno impoverendo il tessuto urbano compromettendone l’identità e la qualità della vita di cittadini (in particolare delle fasce di popolazione più fragili) e di visitatori, oltre che la qualità e sicurezza di vie e piazze.
La chiusura di un esercizio di vicinato e il conseguente incremento del numero di locali sfitti genera impatti negativi su più livelli incidendo ad esempio su: immagine e attrattività di un’area, erogazione di servizi, presidio delle relazioni e della socialità, fruizione dello spazio pubblico, incremento del degrado, maggiore sensazione di abbandono e insicurezza.
Lo stesso vale anche quando a chiudere è una bottega storica che, se adeguatamente valorizzata e supportata con iniziative specifiche, rappresenta come gli esercizi di vicinato una risorsa preziosa in grado di preservare non solo l’identità e la storia di un luogo ma anche il tramandarsi di saperi e professionalità che si stanno perdendo.
Per cui per provare a contrastare la desertificazione commerciale che sta colpendo numerosi centri grandi e piccoli, anche a seguito del cambiamento delle abitudini nelle modalità di acquisto e di fruizione dello spazio urbano, occorre mettere in atto un mix di strategie capaci di riunire insieme più interlocutori e più ambiti: dalla riqualificazione urbana alla mobilità sostenibile, dal marketing territoriale all’attivazione di network, dalla formazione alla comunicazione, dall’innovazione e il digitale all’erogazione di nuovi servizi.
Anche negozi di vicinato e botteghe storiche sono chiamati a una riflessione ed attivazione in termini di ridefinizione dell’offerta e maggiore apertura al ricorso all’online e alle nuove tecnologie oltre che al rafforzamento di efficienza e competitività ponendo maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale, la cura dei rapporti con la clientela, l’erogazione di servizi in linea con l’emergere di nuovi bisogni, la diffusione di nuovi strumenti di comunicazione e promozione, il fare rete con le altre imprese, ecc..
Infine si ricorda che per contrastare la desertificazione commerciale stanno emergendo, come nel caso dell’Emilia Romagna con gli Hub Urbani, o si stanno consolidando, come nel caso di Lombardia e Piemonte con i Distretti del commercio, bandi e strumenti ad hoc che vanno nella direzione di promuovere strategie ed azioni multistakeholder e multisettoriali.
Non esitate quindi a contattarci se interessati ad approfondire le opportunità offerte dalla costituzione di un Hub Urbano o di un Distretto del Commercio.