Il 23 giugno sono state comunicate ufficialmente le prime 23 nuove Aree Interne dalla Ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, che ha promosso l'allargamento della SNAI per la programmazione 2021-2027, destinando a questo scopo 172 milioni di euro.
Dopo la riclassificazione e la nuova mappatura 2021-2027, la Strategia Italiana per le Aree Interne (SNAI) si arricchisce di 23 nuovi territori che comprendono 321 Comuni e un totale di 650mila abitanti: Mont Cervin (Valle d'Aosta), Valsesia, Terre del Giarolo (Piemonte), Imperiese, Fontanabuona (Liguria), Valli del Torre e del Natisone (Friuli-Venezia Giulia), Giudicarie Centrali ed Esteriori, Valle Rendena (Provincia Autonoma di Trento), Appennino Parma Est, Appennino Forlivese e Cesenate (Emilia-Romagna), Montefeltro e Alta Valle del Metauro, Appennino Alto Fermano (Marche), Unione dei Comuni del Trasimeno, Media Valle del Tevere e Umbria meridionale (Umbria), Valle del Sagittario e dell'Alto Sangro (Abruzzo), Isernia-Venafro, Medio Basso Molise (Molise), Alto Matese, Sele Tanagro (Campania), Alto Salento (Puglia), Alto Jonio Cosentino (Calabria), Barbagia, Valle del Cedrino (Sardegna).
Ogni area potrà contare su un finanziamento iniziale di 4 milioni di euro.
Nel frattempo, prosegue l'attività istruttoria con le Regioni e la Provincia Autonoma di Bolzano, che porterà a breve all'approvazione di ulteriori 20 aree.
Quest’ultime sommate alle 23 di nuova istituzione, alle 72 confermate dalla precedente programmazione e al 'Progetto speciale Isole minori' (che attende l'ufficializzazione del CIPESS) saranno protagoniste del ciclo della SNAI 2021-2027 che consentirà di investire e produrre sviluppo in almeno 116 territori italiani. Le risorse su cui potranno contare sono sia quelle previste dalla Strategia Nazionale Aree Interne, sia quelle provenienti dalle politiche di coesione nazionali ed europee e dal PNRR.
Risorse che serviranno a garantire servizi più efficienti e condizioni socio-economiche adeguate agli oltre 13 milioni di italiani che abitano nelle aree interne. Si tratta di misure che cercano di fermare lo spopolamento di questi piccoli centri, tutelandone il territorio e restituendo a Comuni e piccoli Comuni periferici la centralità che meritano all'interno della crescita economica sostenibile e nello sviluppo dell'identità culturale del Paese.