Si è tenuta lo scorso 25 maggio la Conferenza Unificata delle Regioni, nel corso della quale gli enti regionali hanno dato parere positivo sul decreto del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con cui vengono ripartiti nel 2022 quasi 110 milioni di euro della quota regionale del Fondo per lo Sviluppo della Montagna Italiana (FOSMIT).
Più precisamente, ammontano complessivamente a 109.506.475,00 euro le risorse del FOSMIT approvate, destinate ad attività di competenza delle regioni e degli enti locali per l'anno 2022, alle quali verranno aggiunti altri 20 milioni di euro di competenza statale. Allo scopo di incentivare azioni sinergiche, si è arrivati all’intesa sulla ripartizione premiale del 20% del finanziamento statale alle Regioni che cofinanzieranno le azioni a favore dei territori montani previste dal decreto. Dal 2023 il fondo raggiungerà i 200 milioni di euro.
Obiettivo di queste nuove misure di finanziamento è contrastare lo spopolamento dei territori montani e ridurre il divario economico e sociale, e le condizioni di svantaggio in cui versano i Comuni di montagna.
Queste risorse serviranno a promuovere le zone d’alta quota, elaborando e attuando piani di sviluppo e di marketing territoriale volti ad attrarre nuovi residenti e turisti, fermare l’abbandono dei versanti, riorganizzare i servizi e le comunità, migliorare l’accesso al digitale, tutelare e valorizzare il territorio montano.
Gli investimenti che le Regioni effettueranno insieme con i Comuni, le Unioni Montane e le Comunità Montane, potranno prevedere:
- azioni di tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali dei territori montani, anche attraverso la realizzazione delle Green Community;
- interventi volti alla creazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ivi compresi quelli idroelettrici;
- misure di prevenzione del rischio del dissesto idrogeologico nei territori montani;
- progetti finalizzati alla salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità e allo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali, anche con riferimento alla filiera del legno;
- misure di incentivazione per la crescita sostenibile e lo sviluppo economico e sociale dei territori montani, ivi compresi interventi di mobilità sostenibile;
- interventi per l'accessibilità alle infrastrutture digitali e per il rafforzamento dei servizi essenziali, con particolare riguardo prioritario a quelli socio-sanitari e dell'istruzione;
- iniziative volte a contrastare lo spopolamento dei territori.
I fondi verranno suddivisi e ripartiti nell’arco delle prossime settimane: attraverso questi accordi viene anticipata la struttura di compartecipazione della nuova Strategia Nazionale per la Montagna Italiana (SNAMI) prevista dalla nuova Legge Montagna, il cui disegno di legge (DDL Montagna: Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane) è stato approvato a marzo in via preliminare dal Consiglio dei Ministri e a breve dovrebbe arrivare in Parlamento.
La SNAMI verrà dunque finanziata grazie al Fondo per lo Sviluppo della Montagna Italiana in cui confluiranno le risorse del Fondo nazionale per la montagna e del Fondo integrativo per i Comuni montani. Le risorse stanziate sono destinate a sostenere in maniera sinergica più di 4.000 Comuni totalmente e parzialmente montani, circa il 50% del totale degli enti comunali italiani.
Grazie a queste risorse le aree montane saranno le nuove protagoniste della programmazione territoriale nazionale.