Nel XXI secolo, risolvere le sfide urbane è diventata la chiave per affrontare le sfide globali. Ma, come possono le aree urbanizzate – dove la maggior parte dell'umanità vive e una quota smisurata di imprese svolgono la propria attività economica – assecondare la crescita della popolazione ed espandere le opportunità economiche migliorando al contempo la salute pubblica, la sostenibilità ambientale e la qualità della vita?
Le città, i grandi e piccoli centri urbani sono diventati oggi più che mai laboratori per l’ideazione, lo sviluppo e l'attuazione di nuove soluzioni e risposte a queste domande tra loro strettamente correlate e intrecciate.
Uno degli strumenti più impattanti dal punto di vista della sostenibilità economica, sociale e ambientale è la trasformazione delle strade cittadine da corridoi inospitali e dominati dal traffico a luoghi di transito più sicuri, caratterizzati da spazi pubblici più attraenti in grado di accogliere al meglio tutti gli utenti.
Se ci pensiamo bene, infatti, i borghi e i centri urbani italiani non sono stati originariamente progettati per le auto, anzi ne hanno subito l'invasione dal secondo dopoguerra sino ad oggi: con la crescita del numero e del flusso di automobili le città italiane sono diventate più rumorose, disordinate, inquinate e invase dalle auto in sosta. Le piazze storiche sono diventate enormi parcheggi, la bellezza del patrimonio storico-monumentale italiano è stata parzialmente compromessa.
Una rivoluzione silenziosa
A partire dagli anni ‘60 si decide, fortunatamente, di attuare un’inversione di tendenza. Le amministrazioni comunali iniziarono a pianificare le prime aree pedonali in Italia, partendo proprio dalle piazze storiche. La prima fu Siena con la pedonalizzazione di Piazza del Campo avvenuta nel 1962, seguita da Bologna con Piazza Maggiore e via D’Azeglio tra il 1967 e il 1968. Negli stessi anni tutte le principali città italiane si dotarono di piazze e strade pedonali: Como, Milano, Cremona, Verona, Trento, Novara e Reggio Emilia.
Nel 1980 il Colosseo smise di essere una rotonda intorno a cui circolavano automobili e fu riconquistato da turisti e cittadini a piedi. I motori cessarono di rombare anche in Piazza del Popolo e Piazza Navona. Piazza del Plebiscito a Napoli vide sparire le auto nel 1993: fino ad allora era stata un immenso parcheggio.
Sempre in questo periodo si afferma anche la cultura del recupero e risanamento dei centri storici, evitando gli sventramenti e le demolizioni che avevano caratterizzato il periodo fascista ed anche i primi anni Cinquanta.
La restituzione delle città italiane a pedoni e ciclisti prosegue, anche se più lentamente, fino ai giorni nostri. Le città e i piccoli centri continuano, infatti, a dotarsi di vie pedonali e a valorizzare il loro patrimonio culturale, puntando soprattutto sulla riduzione delle auto in sosta e in circolazione.
Possiamo considerarlo come un ritorno al passato che strizza l’occhio ad un futuro più green: le vie pedonali rispondono alla richiesta sempre più urgente di città pulite ed ecologiche, restituiscono spazio alla popolazione e rendono i quartieri più eleganti e, soprattutto, più vivibili.
Le aree pedonali sembrano essere dunque la soluzione a molti problemi di città e borghi italiani e al contempo rientrano nei diversi programmi di rigenerazione urbana e del tessuto economico che puntano a dare nuova vita ai centri storici e alle vie dello shopping.
Quali sono i vantaggi delle Aree Pedonali?
L’urbanista Janette Sadik-Khan, che è stata commissaria ai Trasporti per la Città di New York tra il 2007 e il 2013 e che oggi è membro di Bloomberg Associates (l'organizzazione filantropica dell'ex sindaco della Grande Mela Michael Bloomberg), ha affermato recentemente: "Le città di tutto il mondo si stanno convertendo a strade senza auto come parte della ripresa. E non perché sia facile includerle in un qualsiasi programma politico - ha spiegato Sadik-Khan - ma perché strade più accessibili fanno bene agli affari e a chi ci abita. Andare in bicicletta e camminare a piedi rendono i quartieri resilienti, più sicuri e affidabili”.
In primo luogo, infatti, l’istituzione di una zona pedonale comporta la diminuzione del traffico nel centro storico e lungo le strade circostanti, cala così anche l’inquinamento e il numero di incidenti stradali - soprattutto quelli di carattere mortale che coinvolgono pedoni e automobili.
Aumenta, di conseguenza, il flusso pedonale con percentuali che vanno dal 20 fino al 40% in più. Quanto più camminabile è una città, maggiori e forti sono i legami che si generano all’interno della comunità cittadina: dall’incentivare le piccole attività commerciali, alla sicurezza percepita, dall'uso della mobilità alternativa (biciclette, monopattini..) alla possibilità di lasciare che i bambini raggiungano la scuola a piedi incrementando la propria autonomia e coltivando nuove relazioni sociali.
Pedoni e ciclisti di tutte le età possono muoversi in piena libertà e sono maggiormente incoraggiati a fare attività motoria all’aperto. Meno macchine significa anche meno superficie occupata da parcheggi: si amplia così la disponibilità di spazio pubblico sociale, ovvero destinato ad attività ricreative, eventi, incontri, aree salotto, ristorazione, ecc.
Se aumentano i pedoni lungo le vie cittadine aumentano anche i guadagni per il settore commerciale e dei servizi. Quando le aree pedonali sono definitivamente avviate, infatti, i benefici per il commercio sono evidenti e tangibili: si stimano aumenti degli introiti tra il 10% e il 20%. Secondo il report “Measuring the street” le attività commerciali situate nelle zone a traffico ridotto di New York hanno incrementato il fatturato dei negozi e degli esercizi, con punte che in alcuni casi hanno sfiorato un aumento del 50%. Si registra un aumento del 172% delle vendite al dettaglio nelle attività locali, rispetto ad un incremento del 18% a livello di distretto. Secondo un altro studio americano (Walk this Way), che analizza l’impatto economico della pedonalizzazione, i luoghi pedonali urbani posseggono un’economia molto più attiva rispetto ai “non pedonali”. Forse non è un caso se negli USA gli interventi di pedonalizzazione siano stati avviati proprio con l’obbiettivo di contrastare il dilagare dei grandi centri commerciali e favorire il commercio urbano locale.
Strade e vie più curate, più vivibili e più vissute spingono a migliorare le condizioni dell’ambiente costruito. Le città diventano più belle esteticamente, funzionali, accessibili e attraenti rispetto all’esterno, vengono valorizzati paesaggi urbani, edifici storici e i monumenti che attirano nuovi turisti e residenti. La creazione di un’isola pedonale può dare il via a grandi opere di riqualificazione e rigenerazione urbana aumentando ulteriormente la vitalità e l’attrattività del centro urbano. Dal punto di vista del mercato immobiliare migliorano anche i rendimenti delle case: si stima infatti un aumento del valore immobiliare intorno al 20%.
Riassumendo, sono molti i motivi per cui le amministrazioni pubbliche dovrebbero incoraggiare un maggior livello di pedonabilità, non solo per i benefici alla salute e all’ambiente associato al camminare, ma anche perché, rendere le aree cittadine camminabili genera una maggiore attività economica, incrementa i valori delle proprietà immobiliari e del turismo, migliora la mobilità e aumenta la qualità di vita dei cittadini.
Come realizzare un’area pedonale?
Gli interventi spesso non si limitano alla semplice chiusura delle aree al traffico veicolare, ma coinvolgono i cittadini, i residenti e i commercianti in un percorso partecipato per conoscere gli strumenti e le procedure, avere maggior consapevolezza dei benefici, diminuire i possibili conflitti e ampliare l’offerta rivolta all'utenza. Per continuare ad essere dinamiche, le aree pedonali devono infatti diventare luoghi dove si possono svolgere non solo attività economiche, ma anche attività ad alto valore sociale coinvolgendo gli stakeholder della cultura e del welfare. Il rapporto con i commercianti è fondamentale, soprattutto con quelli di piccole dimensioni che possono vedere l’allontanamento dei veicoli come un fattore negativo. Inoltre, occorre ragionare e progettare attentamente le soluzioni per la viabilità e i parcheggi nelle aree limitrofe.
Sono numerosi gli strumenti con cui avviare processi di rigenerazione urbana e la pedonalizzazione di vie, quartieri e borghi, tra questi vi suggeriamo ad esempio i Distretti del commercio, interventi per la mobilità sostenibile, alcuni bandi dedicati alla riqualificazione urbana, l’ideazione e la realizzazione di piani e strategie di marketing e di sviluppo territoriale, e molto altro ancora.
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