Fondi europei 21/27, Italia in ritardo nella spesa

Valeria Chiodarelli
Fondi europei 21/27, Italia in ritardo nella spesa

La Politica di Coesione Europea rappresenta uno dei principali strumenti dell'Unione Europea per promuovere lo sviluppo armonioso del territorio comunitario, riducendo le disparità economiche, sociali e territoriali tra le varie regioni. Questa politica si concretizza attraverso l'erogazione di fondi strutturali e di investimento, volti a sostenere progetti che favoriscano la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la competitività delle imprese. La Politica di Coesione Europea rappresenta un'opportunità fondamentale per lo sviluppo e la modernizzazione delle regioni italiane. Tuttavia, è essenziale migliorare l'efficienza nella gestione e nell'impiego dei fondi per sfruttare appieno il loro potenziale e contribuire così al raggiungimento degli obiettivi di crescita sostenibile e inclusiva dell'Unione Europea.

Tali fondi comportano risorse ingenti, che vengono gestite a livello statale, tramite i ministeri o le regioni: per il periodo di programmazione 2021-2027, l'Italia ha a disposizione circa 42,7 miliardi di euro di fondi dall'Unione Europea. Oltre ai fondi europei, l'Italia ha anche stanziato risorse nazionali per la politica di coesione, portando la dotazione complessiva a circa 75 miliardi di euro??.

Per il periodo di programmazione 2021-2027, la Politica di Coesione si focalizza su cinque obiettivi strategici:

  • un'Europa più intelligente, promuovendo l'innovazione, la digitalizzazione, la trasformazione economica e il sostegno alle piccole e medie imprese
  • un'Europa più verde, investendo nella transizione verso un'energia pulita, l'adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione delle emissioni di CO2 e la gestione sostenibile delle risorse naturali
  • un'Europa più connessa, migliorando la connettività e la mobilità regionale, con particolare attenzione alle reti di trasporto e digitali,
  • un'Europa più sociale, sostenendo l'occupazione di qualità, l'istruzione, le competenze e l'inclusione sociale, in linea con il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.
  • un'Europa più vicina ai cittadini, rafforzando lo sviluppo locale e sostenibile delle aree urbane, rurali e costiere attraverso iniziative di sviluppo locale di tipo partecipativo.

La Politica di Coesione viene implementata principalmente tramite tre Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE):

  • Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR): mira a rafforzare la coesione economica e sociale nell'Unione Europea correggendo gli squilibri tra le regioni.
  • Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+): supporta l'occupazione, l'inclusione sociale e l'educazione, contribuendo a migliorare le opportunità di lavoro e a rafforzare la coesione sociale.
  • Fondo di Coesione (FC): destinato ai paesi membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media dell'UE, finanzia progetti nel settore dell'ambiente e delle reti transeuropee di trasporto.

Nonostante l'ambizioso quadro strategico, l'Italia sta incontrando rilevanti difficoltà nell'implementazione dei fondi europei per il periodo 2021-2027. Al 31 dicembre 2023, solo il 6,5% delle risorse complessive era stato impegnato. Questo ritardo è dovuto ai tempi lunghi di avvio della nuova programmazione e alla concomitanza con la chiusura del ciclo 2014-2020 e l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Si tratta di una condizione che, pur essendo generata da una molteplicità di concause, rischia di avere ripercussioni negative, con un potenziale danno per territori e cittadini che non riescono ad accedere a tali risorse.

L'Italia fatica a spendere i fondi europei della politica di coesione per diversi motivi, che comprendono sia fattori strutturali che organizzativi. Ecco alcune delle principali ragioni:

Burocrazia e complessità amministrativa: la complessità delle procedure amministrative e la burocrazia eccessiva sono tra i principali ostacoli. Le lunghe tempistiche per l'approvazione e la realizzazione dei progetti rallentano significativamente l'utilizzo dei fondi?,

Capacità amministrativa limitata: molti enti locali e regionali italiani non dispongono delle competenze e delle risorse necessarie per gestire in modo efficace i fondi europei. La mancanza di personale qualificato e di formazione adeguata contribuisce a ritardi e inefficienze?,

Problemi di coordinamento: la frammentazione delle responsabilità tra diversi livelli di governo e l'assenza di un coordinamento efficace tra le autorità nazionali, regionali e locali possono ostacolare l'attuazione dei programmi finanziati dall'UE. La mancanza di una strategia chiara e condivisa aggrava ulteriormente la situazione?,

Ritardi nei pagamenti: i ritardi nei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche ai beneficiari finali, come le imprese e le organizzazioni non profit, possono disincentivare la partecipazione ai programmi e rallentare l'implementazione dei progetti?,

Monitoraggio e valutazione inadeguati: la mancanza di sistemi efficaci di monitoraggio e valutazione impedisce di identificare tempestivamente i problemi e di adottare le necessarie misure correttive. Ciò può portare a inefficienze nell'uso dei fondi e a risultati non ottimali?.

Complicazioni normative: le frequenti modifiche normative e la complessità delle regole europee e nazionali possono creare incertezza e difficoltà nell'attuazione dei progetti, rallentando il processo di spesa?.

Per migliorare l'efficacia nell'uso dei fondi europei, l'Italia necessita di semplificare le procedure burocratiche, potenziare la capacità amministrativa degli enti locali e regionali, migliorare il coordinamento tra i vari livelli di governo, garantire la tempestività nei pagamenti e implementare sistemi di monitoraggio e valutazione più efficaci. Questi interventi possono contribuire a una gestione più efficiente dei fondi e a un maggiore impatto sullo sviluppo economico e sociale del paese.

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